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La cucina etnica è sempre stata la mia passione: cinese, vietnamita, iraniana etc... mi piacciono proprio tutte! L'atra sera ho avuto un incontro ravvicinato con un assaggio di quella colombiana e ovviamente ho gradito tantissimo! Trovo meraviglioso sperimentare nuovi sapori, tecniche di cottura, spezie, abbinamenti arditi...viva la novità. In fondo è un po' come viagiare senza spostarsi da casa, anzi dal mio fornello :) Purtroppo però ho sperimenatato a mie spese che spesso sui ricettari ci sono mille versioni dello stesso piatto, e ad oggi ancora non ho capito quale sia la vera ricetta degli Spring Rolls!Per questo l'atra sera, mentre mi rilassavo un po' facendo zapping davanti alla tv e ho visto lei...la mitica Laura Ravaioli che preparava un delizioso pollo glassato, ho preso subito nota della ricetta. Dico mitica Ravaioli perchè le sue ricette sono una certezza, di sicura riuscita! Bravissima nella cucina tradizionale, ma anche esperta di street food e di cucina orentale (credo abbia lavorato e viaggiato molto all'estero), ho sperimentato diverse sue ricette, e sino ad oggi sono tutte perfettamente riuscite. Questo pollo glassato non è da meno, vi assicuro davvero buono, esaltato anche dal contorno di delicati spinaci allo zenzero e uova sode. Volendo lo si può accompagnare con del riso cotto al vapore (io ne avevo uno rosso integrale), in maniera tale che tutto potrebbe essere contenuto in un pratico bento, proprio come usano i giapponesi nella pausa pranzo, ma anche in un occidentalissimo lunch box, per un pasto pratico e completo da consumare magari in ufficio. Ingredienti per 4 persone Pollo Glassato 2 cosce/sovracosce di pollo con la pelle (meglio se disossate) 4 cucchiaini di miele 4 cucchiai salsa di soia 4 cucchiai sake (o vino Mirin o Marsala) peperoncino q.b. Preparazione Preparare un'emulsione mescolando miele, sakè e salsa di soia, poi mettervi a marinare il pollo per almeno 30 minuti, fuori dal frigo, meglio ancora per una giornata intera in frigo, ricordando però di tirarlo fuori mezz'ora prima di cuocerlo. Scolare il pollo e rosolarlo in una padella rovente prima dalla parte della pelle, poi quando sarà ben croccante rigirarlo e cuocerlo dall'altro lato per altri 5 min, poi aggiungere la marinatura rimasta, un po' di peperoncino e ultimare la cotturra a fuoco moderato con un coperchio. La cottura sarà ultimata quando la marinatura si sarà ben ristretta e premendo un dito sul pollo, la carne non sarà più morbida ma ben soda. Spinaci allo zenzero 2 cucchiai di olio extravergine 2 uova 200g di spinaci zenzero fresco q.b. sale e olio q.b. Preparazione: Tagliare lo zenzero a pezzettini e farlo rosolare con un po' d'olio in una padella rovente, poi aggiungere gli spinaci mondati e farli cuocere senza coperchio a fuoco moderato sino a che non saranno appassiti. Servire il pollo scaloppato, con un po' di spinaci e un uovo sodo. Con questa ricetta partecipo al contest di Dolci a gogo..."Take away"

Fonte: unmisurinodolio.blogspot.it

Quante ricette di torte di mele conosciamo? Penso che non si riescano a contare, ognuno ha la sua preferita, o quella della nonna o della mamma ... Poi la torta di mele sa di casa, di coccole, infatti ieri era una giornata grigia, umida, una di quelle giornate da stare sotto le coperte a leggere! Peccato che i miei due bimbi non mi permettano questo lusso, così per non annoiarci più di tanto e per scaldare un po' di più la casa abbiamo fatto questa torta di mele soffice soffice, che è in assoluto la mia preferita. Non è una ricetta di famiglia ma è una ricetta di cucina di Laura Ravaioli , chef del Gambero Rosso. La ricetta è semplicissima e soprattutto veloce. TORTA DI MELE (di Laura Ravaioli) Ingredienti 3 mele renette 3 uova 150 gr di farina 150 gr di burro morbido 100 gr di zucchero 1 limone (scorza e succo) 3 cucchiaini di lievito per dolci 1 pizzico di sale zucchero di canna cannella Preparazione. Accendere il forno a 175/180°C. Per prima cosa grattare la scorza di limone. Pelare e tagliare le mele a cubetti, metterle in una ciotola e irrorarle con il succo di limone. Se si fa nel mixer: inserire la farina e il lievito setacciati, il burro a cubetti, le uova intere, il pizzico di sale, lo zucchero e la scorza di limone. Avviare il robot fino a formare una crema densa. Se la facciamo con le fruste elettriche: montare il burro morbido con lo zucchero, unire le uova (una per volta), amalgamare bene, poi unire i restanti ingredienti e amalgamare il tutto fino ad ottenere una crema densa. Imburrare e infarinare una tortiera a cerniera da 22/24 cm di diametro. Versale il composto cremoso, appoggiare in maniera disordinata le mele sulla crema e spingerle leggermente per affondarle un pochino. Cospargere la superficie con dello zucchero di canna e un po di cannella (io quest'ultima non lo messa). Infornare per circa 40/45 min. Servire tiepida. Inserisco una nota che non centra con la ricetta: Eliminiamo dai ns blog i captcha , che sono quelle paroline odiose da inserire quando si vuole pubblicare un ns commento ad un post. Magari molti pensano di non averli (come la sottoscritta), e invece li abbiamo quasi tutti... Vi rimando a due blog che hanno parlato molto bene di questa cosa: caffè col cioccolato e da Mary .

Fonte: ilciliegiodellanonna.blogspot.it

Lo scorso fine settimana ho dato il via ufficialmente al periodo natalizio, non vedevo l'ora, mi piace un sacco addobbare la casa per Natale! Ho sistemato gli addobbi natalizi in giro per la casa, addobbato il mio mini alberello luminoso e tirato fuori le nuove tovagliette natalizie per la colazione. Mi piacciono così tanto che ieri ho preparato apposta un dolcetto per poterle usare nelle foto. Ho preparato una torta di mele profumata alla cannella, non so per voi ma per me cannella uguale a Natale. Le foto questa volta sono state fatte da Guido, che ultimamente, se cucino di domenica, mi aiuta a fotografare. Io preparo il set e a lui faccio fare il lavoro duro, visto quanto pesa la nuova macchina...pure sulla scaletta l'ho messo a fotografare, ahahah! Questa torta è una libera interpretazione della ricetta di Laura Ravaioli, ho modificato il numero di mele e ho aggiunto l'amido di frumento. Ingredienti 120 g farina 00 30 g amido di frumento 100 g zucchero semolato 150 g burro morbido 3 uova 2 mele grandi mezza bustina di lievito per dolci pizzico di sale buccia di un limone grattugiata cannella e zucchero semolato Lavorate il burro con lo zucchero usando la frusta fino ad ottenere una bella crema morbida. Aggiungete le uova una per volta, facendo attenzione a farlo amalgamare perfettamente prima di aggiungere l'altro e per finire la scorza grattugiata di limone. Miscelate la farina, l'amido e il lievito setacciati e unitele un cucchiaio per volta con delicatezza alla crema. Per ultimo aggiungete un pizzico di sale. Trasferite l'impasto in una tortiera del diametro di 24 cm e livellatelo dolcemente con una spatola, quindi disponete sulla supercie le mele tagliate a fette dello spessore di mezzo centimetro. Mescolate 3 cucchiai di zucchero semolato con della cannella ( io ho usato un pezzo di stecca frantumata al mortaio) e versateli sulla torta. Infornate a 180 °C per 45 minuti, fate come sempre la prova stecchino. Vi consiglio di mangiarla tiepida, assaporerete meglio la cannella.

Fonte: dinneratmarys.blogspot.it

Ma buongiorno! Eccomi ancora a proporvi una nuova versione stuzzichino di pasta da pizza condita e arrotolata, poi tagliata a rondelle. Le soluzioni sono realmente molteplici, basta assemblare quel che ci piace o quel che c'è nel frigorifero. In dieci minuti più il tempo di cottura in forno sono pronte, non resta che versare l'aperitivo nei calici, che sia analcolico, spumante, birra o succo di frutta. Se poi una volta cotte volete presentarle in maniera inusuale potete copiare l'idea che ho visto sulla pagina di Laura Ravaioli, e infilzarle in lunghi stecchini a mo' di leccalecca, o lollipop che dir si voglia, a loro volta appuntati su una grossa patata, mezzo meloncino o altro supporto rivestito di carta stagnola faranno bella mostra in un buffet. La tapenade me la faccio in casa, ma la trovate anche già pronta in vasetti. Come farla lo spiego qui: http://dallacucinadijo.blogspot.it/2011/11/tapenade-di-olive-nere.html Per velocità utilizzo la pasta di pizza che si trova al banco frigo già arrotolata, ma si può usare anche pasta da pane stesa allo spessore di 3 mm. -ricetta- 1 rotolo di pasta per pizza 100 g di speck a fettine 4 cucchiai di tapenade olio evo Stendo la pasta e con una spatola la spalmo di tapenade poi sopra distribuisco lo speck tagliato a listerelle fini. Arrotolo sul lato lungo la pasta piuttosto stretta, poi dal rotolo ricavo fettine larghe poco più di 1 cm che appoggio sulla placca rivestita di cartaforno ben distanziate tra loro. Verso sulle girelle un filino d'olio e faccio cuocere in forno già a 200° per circa 20'. Le sforno, lascio intiepidire poi le metto in un piatto di servizio oppure le infilo su stecchini per fare più scena.

Fonte: dallacucinadijo.blogspot.it

Fare una buona polenta richiede tempo, pazienza, un paiolo di rame non stagnato ed il fuoco di legna. Se escludiamo il tempo e la pazienza io non avevo a disposizione nessuna di queste meraviglie ma, con un buona pentola dal fondo spesso ed i mie fornelletti a gas, sono riuscita ad ottenere comunque un buon risultato. Ho utilizzato farina di mais a grana grossa perché avevo bisogno di una polenta più soda. Per l’acqua, la proporzione è di 1 a 4: per 250g di farina di mais occorre circa 1 litro di acqua. Ma non esiste una regola precisa da seguire, regolatevi in base a quello che è il vostro gusto. Riducete la quantità di acqua se volete una polenta più soda, aumentatela se la preferite più morbida. Occorre inoltre mantenere costante il mescolamento della polenta, per almeno 40 minuti. Ma pare che esista un trucchetto salvatempo, che non ho ancora sperimentato, e che consiste nel coprire la pentola (contenente la polenta) con un canovaccio bagnato e mettere anche il coperchio, facendo in modo che aderisca bene alla pentola. La polenta dovrebbe cuocersi, senza mai mescolare, a fuoco basso e senza attaccarsi alle pareti. Crostini di polenta con radicchio e gorgonzola (da un'idea di Laura Ravaioli) Polenta di mais (anche avanzata dal giorno prima) 3-4 cespi di radicchio lungo trevigiano 100g di gorgonzola 1 scalogno 1/2 bicchiere di vino bianco olio sale, pepe Procedimento Mettete sul fuoco due litri di acqua e, al momento dell’ebollizione, aggiungete 20 g di sale e cominciate a versate 500g di farina di mais, una manciata per volta, lasciandola cadere a pioggia con la mano sinistra e, contemporaneamente, mescolate energicamente con una frusta in modo che non si formino grumi. Abbassate al fiamma a metà e continuate sempre a mescolare con un cucchiaio di legno, aggiungendo, se la polenta tenderà a rassodare troppo, poca acqua bollente. La polenta è pronta quando si staccherà facilmente dalle pareti del paiolo. Ricordate, più cuoce più diventa buona e digeribile. Quindi, niente fretta! Una volta pronta, rovesciatela in una teglia da forno rettangolare, unta o rivestita di carta forno. Livellate la superficie fino a raggiungere uno spessore di circa un centimetro. Lasciatela raffreddare. Pulite il radicchio, lavatelo, sgocciolatelo e separate le foglie incidendo, se necessario, la costa centrale che in cottura potrebbe rimanere più dura. Tritate lo scalogno e rosolatelo dolcemente nell’olio senza far colorire. Aggiungere le foglie di radicchio intere (non tritate), sfumare con del vino bianco e cuocere per qualche minuto coperto. Insaporite con sale e pepe. Sformare la polenta e con l’ausilio di un coppapasta rotondo ricavate tanti dischi che posizionerete su una placca da forno unta. Usate forchetta e cucchiaio per arrotolare il radicchio, e sistematelo sui dischi di polenta lasciando un buchetto al centro che fungerà da contenitore per i cubetti di gorgonzola che avrete precedentemente tagliato. Infornate a 200°- ancor meglio, usate il grill - per circa 10 minuti o fino a quando il formaggio non si sarà sciolto. Invia tramite email Postalo sul blog Condividi su Twitter Condividi su Facebook

Fonte: croce-delizia.blogspot.it

Appena ho visto questa ricetta di Laura Ravaioli su Gambero Rosso Channel ho desiderato provarla. Lei la ha adattata ai gusti occidentali ed è veramente buona. Laura Ravaioli è molto dettagliata nelle sue ricette, le spiega in modo ineccepibile e ci consente di ottenere ottimi risultati. La ringrazio per la sua precisione. Curry di pesce di Laura Ravaioli Ingredienti: 900 g. di pesce bianco 4/5 cucchiai di olio 1 cucchiaino di semi di senape 1 cucchiaino di semi di cumino 1 cipolla grossa 2 spicchi di aglio 4/5 cucchiaini di garam masala 1 cucchiaino di curcuma 4 pomodori 1 limone coriandolo Mettere in una pentola a bordo alto a tostare i semi di senape ed il cumino nell'olio, lasciarle tostare e allungarle ogni tanto con un pochino di acqua bollente. Tritare una grande cipolla e 2 spicchi di aglio. Aggiungere nella pentola prima l'aglio e, appena inizia ad insaporirsi, versare la cipolla. Appena risulta ambrata aggiungere il garam masala e la curcuma, dopo poco bagnare con acqua bollente e lasciare andare a fuoco lento. Tagliare i pomodori a pezzi e versare nella pentola. Tritare il coriandolo ed aggiungerlo. Coprire con il coperchio e lasciare cuocere lentamente. Versare il succo di limone. Tagliare il pesce a pezzi, metterlo nella salsa e lasciare cuocere per pochi minuti. Riso Pilaf Ingredienti: 300 g. di riso basmati 1 cipolla 600 ml circa di brodo vegetale cannella cardamomo pepe nero in grani 2/3 cucchiai di olio e.v.o. Lavare il riso basmati sotto l'acqua corrente. Versarlo su di un canovaccio pulito ed asciugarlo. Mettere in una pentola: cannella, cardamomo, pepe nero, olio e lasciare tostare le spezie, aggiungere la cipolla tritata e farla insaporire. Versare il riso basmati, farlo tostare, versare il brodo di vegetale bollente, girare, coprire con stagnola e coperchio e mettere in forno a 180°per il tempo necessario (circa 20 minuti). Una volta cotto il riso sgranarlo con una forchetta. Servire il curry di pesce accompagnato dal riso pilaf. I Forumisti del Gambero Rosso esperti in abbinamento cibo/vino, che ringrazio per i loro preziosi interventi, consigliano di accompagnare questo piatto con Gewurztraminer, PGris o Riesling.

Fonte: picetto.blogspot.it

Da dove cominciare? Bè dall’inizio che è meglio (direbbe il puffo Quattrocchi...e pensare che a me i puffi con quel colore azzurro non mi son mai piaciuti ). Prof. Emerito Freddy Adams Oggi ho partecipato ad un interessantissimo seminario, organizzato da uno dei professori del mio laboratorio ed il relatore era Freddy Adams. E chi sarà mai costui? L’unica cosa che sapevo di lui prima che facesse la sua lecture era che si occupava di spettrometria di massa . Di solito i seminari internazionali organizzati da questo professore sono di estremo interesse. Quindi dopo Crutzen e l’Antropocene e dopo un interessantissimo seminario sul climate change, oggi Freddy Adams, Professore Emerito all’Università di Antwerp (Anversa), uno dei padri della spettrometria di massa, che annovera tra i suoi interessi oltre alla chimica analitica anche le nanotecnologie. Un link per informarsi ( http://www.ae-info.org/ae/User/Adams_Freddy ). Come previsto, le aspettative sono state confermate: seminario molto interessante, soprattutto per gli sviluppi futuri e le interconnessioni disciplinari tra la chimica analitica, le nanotecnologie e le biotecnologie. Un futuro prossimo. Inoltre, il prof. Adams ha giustamente menzionato il premio Nobel 2011 per la chimica, la cui scoperta è stata una rivoluzione per la chimica, che però è stata anche ignorata per quasi 2o anni. Anzi, il suo scopritore Daniel Shechtman, del Technion – Israel Institute of Technology di Haifa, è stato anche un po’ preso in giro per i suoi quasicristalli. Ed invece dopo più di vent’anni ecco che arriva il massimo riconoscimento! Quello che ho studiato sui banchi di scuola e dopo su quelli universitari era che la disposizione degli atomi in un reticolo cristallino era ordinata e con una forma geometrica semplice e ripetuta e periodica che, in base al centro di simmetria e al piano di simmetria, dava origine a sette diversi sistemi cristallini. il modello atomico di un quasicristallo (Fonte: Laboratori Ames, Dipartimento dell'energia degli USA) Quale la differenza tra cristalli e quasicristalli? I secondi hanno atomi disposti in maniera ordinata, ma non ripetitiva (ad esempio sono stati osservati cristalli pentagonali). I quasi cristalli seguono il rapporto aureo, che è basato sulla serie di Fibonacci, che è ad esempio alla base della struttura delle conchiglie delle chiocciole. I l professore emerito Freddy Adams ci ha spiegato che la struttura del quasicristallo può essere assimilata a quella di alcuni pavimenti tipici del mondo islamico, dove strutture pentagonali si ripetono a formare una struttura che può essere chiamata mosaico aperiodico (vedere Cairo pentagonal tiling ). Tra l’altro i pavimenti ed i mosaici a piastrelle dell’arte islamica seguono la serie di Fibonacci e si basano quindi sul rapporto aureo. Inoltre, un ricercatore italiano, Luca Bindi, in collaborazione con ricercatori Harvard e Princeton, ha scoperto un quasicristallo naturale, dimostrando che tali cristalli non solo esistono in natura ma sono anche stabili geologicamente parlando. Dopo i neutrini che riscrivono la fisica, i quasicristalli riscrivono la chimica e anche la geologia. Il prof. Adams ci ha parlato di nanotecnologie applicate alla spettrometria di massa, la miniaturizzazione di strumenti e strumenti sempre più sensibili fino ad arrivare allo yoctogrammo, che è 10 -24 g...praticamente siamo a livello di 1 dalton o di 1 atomo di idrogeno (altro che tracce ed ultratracce! Se penso a quanto è difficile a volte spiegare il concetto di tracce (ppm, mg/l o mg/kg),per arrivare allo yoctogrammo vedo una lunga, lunghissima strada...e non di mattoni gialli! ). Questi progressi aprono sentieri da battere in altri campi scientifici...come dicevo un futuro prossimo. Intanto dobbiamo vivere un presente dove bisogna affrontare diverse emergenze, compresa quella ambientale del cambiamento climatico globale e non solo...visto che cosa è accaduto a Tauranga in Nuova Zelanda ? Speriamo non sia un'altra BP... Dopo aver assaggiato pezzetti di futuro prossimo, torno a cose più ordinarie. Ho un po’ di ricette “in attesa”, archiviate per essere poi pubblicate, esperimenti e chaltron esperimenti fatti da me medesima con farine diverse, farine parallele, naturalmente senza glutine, spesso dietoterapiche. Sebbene io non sia una vera foodblogger nell’accezione propria del termine, cucinare cucino, panificare panifico e sperimentare sperimento. E mi piace molto condividere i miei risultati :-). Inoltre, mi entusiasmo quando vedo una bella ricetta e questa volta è toccato al Pane sfogliato all’olio di oliva di Sonia – La cassata Celiaca , che Sonia ha scoperto grazie al programma di Laura Ravaioli, che entrambe abbiamo scoperto essere il Pan hojaldre delle Simili. Questa ricetta l’ho fatta la scorsa settimana, mentre ero in malattia. Il pane sfogliato all'olio di oliva di Sonia – La Cassata Celiaca senza lattosio senza glutine senza latte vaccino Pan de Hojaldre with extravirgin olive oil dairy free gluten free cow milk free Le farine da me utilizzate sono farine senza glutine, dietoterapiche ma acquistabili in qualsiasi supermercato e/o ipermercato. Ecco la ricetta. Ingredienti ovvero che ci ho messo dentro 240 g di farina DESPAR FREE 160 g di CEREAL APROTEICA 60 g di NUOVA TERRA 11 g di lievito di birra fresco 1 cucchiaino di sale 425 ml di latte di soia senza zucchero olio per spennellare § per i celiaci e le persone gluten sensitive: accertarsi sempre che ci sia o la SPIGA SBARRATA o l'apposita dicitura SENZA GLUTINE come da regolamento CE 41/2009 Procedimento ovvero come diamine ho fatto? Ho messo tutte le farine pesate nella planetaria, ho sbriciolato il lievito di birra e ho aggiunto il liquido. Ho azionato la planetaria con la frusta a gancio perchè si amalgamasse il tutto. Poi, come dice Richard Ploner nel suo libro “Il pane delle Dolomiti), ho aspettato 15 minuti. Ho aggiunto il sale e e reimpastato. Poi ho messo a lievitare, ma in una ciotola oleata, sempre in forno precedente riscaldato a 50° C (uso sempre il forno come cella di lievitazione). Ho aspettato che lievitasse e dopo due ore e mezza, anche tre ho steso la pasta sulla carta forno infarinata con la farina Cereal aproteica e ho fatto i 4 giri come descritto da Sonia nel suo post, proprio come se fosse pasta sfoglia. Ad ogni giro ho spennellato la superficie con olio evo. Poi ho diviso a metà...ed ecco il mio chaltron istinto che viene fuori: non ho fatto i tagli e ho messo in due stampi da plum cake. E ho rimesso a lievitare per un’altra ora sempre in forno. I tagli sono necessari affinchè il pan sfogliato, che poi è il Pan hojaldre delle Simili – hojaldre in spagnolo significa pasta sfoglia, sfoglia, sfogliato – abbia la sua caratteristica forma. Mi sono dimenticata. Quindi ho ottenuto un pane ben lievitato, con una folding-sfogliatura ;-). Poi ho cotto come dice Sonia: 250°C per 10 minuti e30 minuti a 200°C. Per vedere se era cotto ho bussato sul fondo e suonava vuoto. Profumo ottimo e buona crosta... L’ho messo a raffreddare su una gratella e mi son goduta il profumo. Dopo essere tornato da scuola Ale se ne mangiò due fette con la nutella per merenda e diede la sua completa approvazione. La prossima volta mi ricordo dei tagli ;-). Quindi si rifarà :-D Dulcis in fundo piccolo aggiornamento: sempre in quella settimana di malattia feci nuovamente il panbrioche veloce , ma seguendo il consiglio di Olga - Felix di uncuoredifarinasenzaglutine, usando cioè 11-12 grammi di lievito per evitare che si sedesse. Ebbene, lievitò moltissimo :-), da castrona misi l’impasto in due stampi a plum cake, ma li riempì troppo e dopo la seconda lievitazione erano al bordo in cottura gonfiandosi dell’impasto sbordò fuori ed io, per evitare ulteriori disastri, aprii lo sportello del forno e ...l’impasto si sedette. Ocio! Con il metodo empirico si impara sempre. La prossima volta, più stampi, meno impasto e non aprire il forno ;-). Quindi si rifarà pure questo :-D Che musica per una serena notte??? Sarah Vaughn o...Bobby Mcferrin and Chick Corea? fate vobis ! Serena notte

Fonte: fabipasticcio.blogspot.it

Qualche giorno fa ho visto questa ricetta sul canale Sky, Gambero Rosso in una trasmissione, condotta dallo Chef Laura Ravaioli, dedicata alla cucina kasher del ghetto di Roma. Le versioni sono molteplici, sfumature diverse da famiglia a famiglia. Ecco la mia. INGREDIENTI 4 persone 1 teglia forno 1 kg alici fresche (da pulire) 2 cespi grandi di insalata riccia sale, pepe olio extravergine di oliva aglio e peperoncino in polvere poco pangrattato PROCEDIMENTO Accendete il forno ventilato e portatelo a 180°C. Pulite bene l'insalata togliendo con un coltellino la parte centrale, capovolgendo il cespo e ruotando. Lavatela ripetutamente poi scolatela con l'apposito attrezzo o aiutandovi strizzandola con un panno. Mettetela in uno scolapasta, salatela abbondantemente e coprite con un piatto mettendo sopra una pentola piena di acqua per pressare per una ventina di minuti e fare uscire eventuale acqua. Foderate una teglia con carta da forno e infornatela con tutta l'insalata condita con un po' di olio e peperoncino con aglio i polvere, per 20 minuti a 180°C. Nel frattempo avrete pulito le alici togliendo la testa, la lisca, le viscere e la coda. Passate i filetti sotto l'acqua corrente e cercate di scolarli/asciugarli il più possibile. Sfornate la teglia, togliete metà dell'insalata che nel frattempo sarà molto diminuita di volume e sarà colorata e croccante. Distribuite bene nella teglia metà insalata poi mettete i filetti a coprire, salate e pepate aggiungete poco olio. Coprite con uno strato di insalata e condite nuovamente con poco olio. Infornate per 20 minuti a 180°C poi sfornate e spolverizzate con poco pangrattato e poco olio cuocendo ancora solo altri 5 minuti. Servite subito. CONSIDERAZIONI Una vera sorpresa per semplicità e sapori. Potete abbondare col peperoncino piccante perchè si sposa benissimo con l'equilibrio di amarognolo (non forte) dell'insalata riccia e il delicato delle alici. Ottime anche le consistenza che vanno dal croccante dell'insalata al cremoso delle alici al ruvido del pangrattato. Ricordatevi di acquistare due grossi caspi di insalata riccia perchè in cottura diminuiscono davvero tanto di volume così potrete scegliete poi se aumentare leggermente i due strati di verdura.

Fonte: ilmondodiluvi.blogspot.it

Buongiorno buongiorno, buon lunedì...!!! Ho lasciato riposare il pc qui..per il week end..tanto non mi avrebbe fatto fare niente---°-°---e speravo che , magicamente, si risolvessero tutti i problemi. Invece eccomi qui ancora con le scritte in rima, dato che non mi accetta più manco l'allineamento a sinistra. Il fatto è che ho troppi post da spostare altrimenti un pensierino per cambiare da blogger a qualcosa d'altro lo avrei già fatto. Cambiamo discorso e veniamo al dunque. Io con questo caldo non amerei molto mangiare la pasta, anche se qui i bambini la gradiscono per cui la faccio ugualmente, sacrificandomi. Io preferirei insalatone e zuppe fredde. Le zuppe, per fortuna, le gradiscono pure loro, le insalate ancora no, invece. Questa è un piatto freddo, fresco, che proviene sempre da mia mamma e da sky. Al solito, non chiedetemi provenienza perchè non lo so--Laura Ravaioli forse?--le dosi..ormai lo sapete come fa mia mamma, no? così di queste --vedi Michela?--così, ti deve venire così...più di così non riesco a fare..la parte bella è che comincio a fare così anche io perchè tutto sommato è divertente, ed anche comodo. Io, per voi, solo per voi, ho pure pesato quello che ho usato. Ovviamente le proporzioni sono a scelta, e cambiando le proporzioni cambia anche il sapore di questo gustosissimo gazpacho che si può gustare come antipasto, come primo o come piatto unico..a me è piaciuto tantissimo..anzi quasi quasi me lo rifaccio pure oggi. GAZPACHO VERDE 400 gr fagiolini lessati al dente--io 10'-- 40 gr cipolla sale pepe 40 gr peperone verde privato di filamenti e semi un cucchiaino di caffe' di tabasco--se lo volete piccante..se lo volete più ''dolce'' aceto balsamico-- 60 gr cetriolo privato di buccia e semi Frullare tutte le verdure lavate e mondate con le zucchine. Unire tabasco, sale e pepe se serve. Servire con crostini. Ah dimenticavo! Se fosse troppo denso allungare con ghiaccio o acqua ghiacciata.    

Fonte: michela-pepepeperoncino.blogspot.com

La caratteristica fondamentale della pasta strudel è che quando la stendete sul canovaccio dovete intravederne il disegno. Così disse Max Mariola in una trasmissione del Gambero Rosso. La ricetta di riferimento per la pasta poi è quella di Laura Ravaioli ("La mia donna ideale", come direbbe un caro amico: indubbiamente una donna che ti prende per la gola), già pluricitata. Di proposito oggi al supermercato non ho comperato le uova: volevo fare lo strudel come se in casa non ne avessi (un poco squilibrata? sì, grazie!). Non si sa mai che mi venga questo ghiribizzo pur essendo a corto della preziosa materia prima...In casa però avevo la pluricitata maionese: uova ed olio, proprio come due ingredienti base della pasta strudel. Detto e fatto: 250g di farina 2 cucchiai di maionese un cucchaio di olio extravergine mezzo cucchiaio di zucchero un pizzico di sale acqua quanto basta per formare una "palla" da far riposare almeno un'oretta in luogo tiepido coperta da una terrina rovesciata. Si stende il tutto su un canovaccio infarinato, sottile sottile come detto prima (l'impasto tende un po' a rompersi, ma insistete, sarete premiati), poi vai di ripieno: propongo una crema di verdure in abbinamento ad un formaggio: io ho unito crema di radicchio (radicchio, olio exvo, aceto di mele, zucchero di canna, sale e pepe) a dadini di feta ed una salsa di pomodoro a scaglie di pecorino romano . Arrotolato il tutto, l'ho piazzato in forno già caldoa 200° per una ventina di minuti, spennellando a metà cottura con latte di soia (mucca va anche be ne). Il risultato è molto friabile ma "tonico", non si spacca. Da servire su un letto di verdure stufate o magari su un'insalata. e non siete a dieta insistete pure con la maionese...

Fonte: venereincucina.blogspot.com

Le ultime ricerche scientifiche hanno evidenziato un dato allucinante. Ben il 75% della popolazione mondiale soffre di insonnia. E, senza dubbio, in questa percentuale sono compresa anche io. Voi cosa fate quando non dormite? Io guardo trasmissioni di cucina. Ebbene sì, ho lo stomaco che lavora h24, non si stanca mai! La pasta al ragù di broccolo romanesco è figlia di una nottata insonne, buia e tempestosa. Il vento fuori faceva sbattere lo sportello dell'armadietto accidentiameeatuttelevoltechemidimenticodichiuderlo e il freddo intorpidiva le zampette della mia gatta, spingendola a ficcarmele nella giugulare nel disperato tentativo di: a) scaldarsi b) uccidermi Nel frattempo, la televisione parlava, parlava .... e io pensavo al freddo, alla gatta, alla giugulare finché una frase ha catturato la mia attenzione. Le meraviglie della cucina povera . Altolà, io adoro la cucina povera. Che poi di povero non ha nulla, anzi. Se ci riflettete bene la cucina povera risponde al diktat della cucina odierna. Pochi ingredienti , di stagione e soprattutto a km 0 . Quando trascorrevo le mie vacanze nel nostro casale umbro mio padre andava nell'orto, raccoglieva gli ortaggi maturi, li portava in casa e mia mamma improvvisava le ricette. Io facevo il giro nell'aia cercando di rubare da sotto al sedere le uova alle galline per poi consegnarle in casa. Questo era il nostro km 0! La cucina povera che aveva catturato la mia attenzione aveva come protagonista questa pasta. Broccolo romanesco di stagione, peperoncino , un'acciughina e il pane grattugiato, il formaggio dei poveri. Tutto qui. Il risultato? Beh la mattina mi sono alzata con un solo pensiero. Io 'sta pasta me la dovevo cucinare. Broccolo romanesco biologico (e mannaggia la barba di Zeus mentre lo lavavo mi sono ritrovata uno degli insetti che temo di più, la mozzicatenaglie a Roma o forbicina nel resto d'Italia, in mano)

Fonte: lemporio21.blogspot.it

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